Alfredo Carlo Piatti nacque a Bergamo, in Borgo Canale, a pochi passi dalla casa di Donizetti, l’8 gennaio 1822.
Iniziò lo studio del violoncello a 5 anni, sotto la guida di un anziano zio. A 10 anni si trasferì al Conservatorio di Milano, dove rimase fino ai 15 anni. Terminati brillantemente gli studi, ottenne senza difficoltà un lavoro come violoncellista a Bergamo nelle orchestre del Teatro Sociale, del Teatro Riccardi e della Basilica di S. Maria Maggiore, dove aveva prestato servizio già da bambino, affiancando e poi sostituendo il suo maestro.
Fu probabilmente Giovanni Simone Mayr a spingerlo ad accettare i primi ingaggi fuori dalle mura della sua città: al Teatro Regio di Torino ed al Teatro Carcano di Milano. Nel 1843 iniziò una tournée concertistica che gli offrì l’opportunità di far apprezzare il suo talento in tutta Europa e di conoscere musicisti come Liszt, Mendelssohn, Meyerbeer e Servais. Dopo aver suonato a Vienna, Berlino, Parigi, Varsavia, Mosca e S.Pietroburgo, ricco di esperienza e di riconoscimenti, scelse di stabilirsi definitivamente a Londra, dove gli era stato offerto il posto di primo violoncello nell’orchestra del Her Majesty’s Theatre. Dopo i primi anni di lavoro in orchestra, scelse di dedicarsi al genere di musica che preferiva: la musica da camera. Per più di cinquant’anni, nelle stagioni della Musical Union, della Quartett Society e nei Popular Concerts, suonò il meraviglioso violoncello Stradivari che uno dei suoi ammiratori londinesi gli aveva regalato, collaborando con i maggiori interpreti del suo tempo: Joseph Joachim, Clara Schumann, Giovanni Bottesini, Giuseppe Martucci, Charles Hallé, Anton Rubinstein.
Fin dagli anni del Conservatorio, affiancò all’attività concertistica l’attività di compositore. Il 25 settembre 1937, Alfredo Piatti, terminati gli studi, si congedò dal Conservatorio di Milano eseguendo un concertino per violoncello di sua composizione. Il critico della Allgemeine Musikalische Zeitung si sentì in dovere di segnalare il giovane violoncellista ai suoi lettori perché “egli possiede un eccezionale talento nel suonare il violoncello e si mostra tale che si pensa diventerà il Paganini del violoncello”. Pochi mesi dopo un critico milanese mise in luce come sue doti da un lato la forza, l’estro, la spontaneità e la chiarezza di note, dall’altro la capacità di trasformare il suono del violoncello in voce umana, facendolo cantare per trovare con facilità la via del cuore. Nelle critiche degli anni seguenti la parola che ricorre con maggior frequenza è perfezione, ma ciò che stupisce maggiormente i critici non è tanto la capacità tecnica, quanto la spontaneità e naturalezza di cui Piatti dà prova, soprattutto negli anni della maturità.
“Il commendator Piatti, placido, tranquillo, sicuro, senza mai alcuno di que’ smancerosi contorcimenti della persona, che sono pecca distintiva di molti fra i concertisti italiani, supera serenamente le più accidentate difficoltà ed, a malgrado gli anni, che oltrepassano il settantesimo, dà prova di una energia e di una forza, che mancano ai giovani spesso, ma ciò che fa di lui il più grande violoncellista di tutta la cristianità è la sobrietà e lo stile”.
Il percorso evolutivo del Piatti compositore corre parallelo al suo processo di maturazione come interprete. Dai pezzi virtuosistici, composti negli anni della giovinezza, si passa a composizioni in cui le difficoltà tecniche, pur sempre presenti, diventano più raffinate, originali ed espressive. Nelle composizioni della maturità si afferma poi gradualmente una nitidezza nella strutturazione del pensiero melodico di grande effetto comunicativo.
In oltre sessant’anni di attività, Piatti compose oltre ai famosissimi Capricci per violoncello – banco di prova per i violoncellisti di tutto il mondo- una settantina di pezzi strumentali (fra i quali 6 Sonate per violoncello e pianoforte, 2 Concerti ed un Concertino per violoncello ed orchestra e molte fantasie su arie d’opera o temi popolari), una sessantina di romanze per voce, violoncello e pianoforte (su testi italiani, inglesi, francesi e tedeschi) e una quarantina di trascrizioni o rielaborazione di opere di grandi autori del passato.
Nel 1868 acquistò una villa a Cadenabbia, dove trascorreva l’estate con la figlia ed i nipoti. Morì a Mozzo, in casa della figlia Rosa, il 18 luglio 1901.
Quasi tutti i manoscritti autografi e le edizioni delle sue composizioni sono raccolti nel Fondo Piatti-Lochis, attualmente conservato presso la Biblioteca Gaetano Donizetti di Bergamo.
Piatti, Reinecke, Joachim
Monografie su Carlo Alfredo Piatti
- LATHAM, Morton. Alfredo Piatti, London, printed and bound at the Anchor Press, Tiptree Heath, Essex, 1901
- CAMPLANI, Vittorio. Alfredo Piatti. Cenni Biografici, Bergamo, Tipo-Litografia Mariani, 1902
- GENNARO, Erminio. ‘Simone Mayr e il giovane Alfredo Piatti a Treviglio per la festa del miracolo del 1838’, in Atti dell’Ateneo, Bergamo, 1989-90, LIII, pp. 1145–1158
- BARZANO’ LODETTI, Annalisa, Il musicista Carlo Alfredo Piatti. Un violoncellista nell’Europa dell’800, Bergamo, Circolo Lirico Mayr-Donizetti di Bergamo, 1996
- BARZAN0′ LODETTI, Annalisa – BELLISARIO, Christian, Signor Piatti. Cellist, Komponist, Avantgardist – Signor Piatti. Cellist, Composer, Avant-gardist, Kronberg, Kronberg Academy Verlag, 2001
Saggi e raccolte di saggi su Carlo Alfredo Piatti
- SCOTTI, Cristoforo. Commemorazione di Alfredo Piatti. Parole commemorative del dottor Cristoforo Scotti, Bergamo nella sala dei concerti dell’Istituto musicale G.Donizetti, 8 gennaio 1902, Bergamo, Istituto Italiano d’arti Grafiche, 1902
- CAVERSAZZI, Ciro. ‘Per Alfredo Piatti’, in Bollettino della Civ. Bibl.A.Mai, Bergamo, 1910
- BALLINI, Marcello. ‘Il violoncellista bergamasco AlfredoPiatti’ in Atti dell’Ateneo, Bergamo, XXXIX, 1975-76
- BERNARDONI, Virgilio, (a cura di) Alfredo Piatti. Studi e documenti, “Atti della giornata di studio organizzata in occasione delle Celebrazioni di Alfredo Piatti (1901-2001)”, Bergamo, Fondazione Donizetti, 2004
Articoli su giornali e riviste su Carlo Alfredo Piatti
- FILIPPI, Filippo. ‘Artisti viventi. Alfredo Piatti’, in L’Illustrazione Italiana, 12.12.1875, pp. 108–110
- ‘Lettera a Filippo Filippi a proposito di Piatti.’, in L’Illustrazione Italiana, 26.12.1875, p. 135
- ULM, Oscar. Onoranze ad Alfredo Piatti, Bergamo, Cadonati-Mariani, 1910
- NIECKS, Frederick. ‘Recollections of Violoncellists. Alfredo Piatti (1822-1901)’ in MMR, 1919, pp. 194–196, 317-319
- LOCATELLI MILESI, Sereno, ‘Una partita a bocce con Alfredo Piatti’, in La Rivista di Bergamo, novembre 1931, pp. 503–504
- SORNAGA, Ettore. ‘Rapidi profili di illustri bergamaschi del passato. Eseguendo un brano difficilissimo Alfredo Piatti riuscì ad ottenere un posto al Conservatorio di Milano’ in L’Eco di Bergamo 24.4.1967
- MARIANI, Ettore, ‘Alfredo Piatti’, in Arte Stampa, aprile-maggio-giugno 1978, anno XXVIII – n.2 pp. 29–30
- BARZANO’, Annalisa, Alfredo Piatti, violoncellista sublime, in Il nuovo Giornale di Bergamo, 30.10.1997, p. 11.
Piatti con la moglie, la figlia e il cagnolino Popp Alfredo Piatti con la figlia Rosa
DISCOGRAFIA
https://www.antoniomeneses.com/~antoniomeneses/discography-detail.php?Capriccioso-3
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https://music.apple.com/us/album/alfredo-piatti-the-operatic-fantasies-vol-2/1511954527
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https://www.prestomusic.com/classical/products/8314264–violoncello-italiano
https://www.prestomusic.com/classical/products/8321366–suite-cubed-bach-and-beyond